Massa
Marittima (GR)
Sabato 27 marzo, ore 20.30
Osteria Pian di Mucini
Cena con l'autore e presentazione di
Selvatico e coltivato - Storie
di vita bioregionale
A cura della
Rete Bioregionale Italiana
Stampa Alternativa, coll. Eretica
È possibile
vivere in campagna, isolati, senza acqua corrente e senza
elettricità? È possibile smettere di coltivare
con pesticidi, antiparassitari, macchine agricole e avere
lo stesso raccolti, anche più saporiti e salutari?
È possibile fare il bucato efficacemente usando la
cenere del camino?
C’è chi sostiene di sì, e lo dimostra
raccontando come fa e da quando lo fa. Addirittura rivendicando
una scelta di vita che – a suo dire – salverà
l’umanità dal disastro ambientale. Si chiamano
“selvatici”, si richiamano a “filosofie”
nient’affatto ideologiche e religiose, ma soprattutto
alle scelte di vita di uomini, donne e bambini d’America
e di altre parti del mondo.
La Rete Bioregionale
Italiana, che ha coordinato la raccolta di questi materiali,
è nata per collegare e fornire servizi a chi oggi in
Italia fa scelte di ritorno alla terra del tipo più
radicale. È la prima volta che apre i suoi archivi
di testimonianze.
Saranno presenti la scrittrice Jaqueline
Fassero, curatrice del volume, e l'autrice Francesca Mengoni
che vive a Massa Marittima.
per informazioni e prenotazioni:Michele 0566-915012
o 333-9725751
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«Come difendere la Terra?» Nel
volume Selvatico e coltivato cinquantatre autori di varia
età e provenienza socio-culturale tentano di rispondere
a questa storica domanda, oggi più che mai drammatica.
E non lo fanno soltanto attraverso le parole contenute nel
libro - parole che intrecciano racconti, intensi e toccanti,
di vita vissuta - ma, soprattutto, con azioni concrete. Quasi
tutti, infatti, sono membri della Rete Bioregionale Italiana,
un'associazione nata nel 1996 per collegare le varie esperienze
di re-inabitazione, ovvero di ritorno alla terra, in Italia.
Molti di loro hanno scelto di diventare contadini biologici,
basando la propria vita sull'autoproduzione e l'autosuffistenza,
in sintonia con i ritmi millenari del pianeta, nonché
con l'ampia comunità dei «viventi»: animali,
piante, uomini e rocce, tutti interconnessi e di pari dignità.
Le esperienze raccontate sono lo specchio di cammini che,
per quanto
diversi l'uno dall'altro (la maggior parte degli autori sono
sì contadini e neocontadini ma ci sono anche storie
di vita urbana), sono accomunati da una consapevolezza comune
attinta da modelli primitivi comunitari e sostenibili, come
quelli degli Indiani d'America, degli Aborigeni e della civiltà
neolitica.
Chiara D'Ottavi, da
"il manifesto" del 06.01.04
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