La Capitana del cuore
Ci sono dei luoghi del cuore
nei quali chiunque, anche se catapultato in quel posto dall’altra
parte del mondo, si trova come per miracolo a suo agio, come
nel salotto di casa sua: uno di questi “luoghi”
è di certo il Fondo Boccardi e le sue serate letterarie,
che dopo il premio della Regione Toscana vinto a Ottobre hanno
anche ricevuto l’imprinting di serate “serie”
(anche se non so quanto i nostri ci tenessero, ma ormai ce
l’hanno e se lo tengono) da chi deve decidere istituzionalmente
cosa sia la cultura e chi nel territorio la porti avanti per
il meglio.
Se poi prendete il Fondo
Boccardi, lo portate a Pianizzoli a casa del maestro Lio Banchi
e lì organizzate la presentazione del nuovo libro di
Luciana Bellini, allora il quadro è completo, e la
serata si presenta come una di quelle nelle quali gli assenti
hanno torto, e possono sperare solo di partecipare ad una
serata simile il più presto possibile.
Luciana Bellini è
difficile presentarla, che se la conosci è inutile,
se non la conosci sarebbe lei la prima a vergognarsi che tu
ne stia parlando con qualcun altro, quasi tu scocciassi il
tuo interlocutore parlando dei suoi libri. La sua ultima “fatica”
(e nel suo caso il termine è giusto, visto che per
scrivere ruba tempo alla campagna, ma anche errato, in quanto
la sua scrittura dialettale va via sicura e ti arriva senza
l’impressione di qualsiasi sforzo, tanto è un
tutt’uno con la materia che tratta) si chiama “La
terra delle donne”, edito da Stampa Alternativa, e come
dice il titolo narra le storie delle donne maremmane nel dopoguerra,
dando voce a una terra, una gente, che fino ad ora ha avuto
ben pochi suoi “cantori”. La Bellini è
una di queste, ma lei non ha scelto la via maestra, scrivendo
libri per esaltare il suo popolo, solo si limita a fare in
modo che le loro voci, le loro storie ci arrivino uscendo
dai meandri nascosti dell’anima, e nella lingua più
adatta.
Stefano Pacini, uno degli
animatori del Fondo, mi ha detto che a Massa il libro della
Bellini ha venduto nei mesi di Novembre e Dicembre più
di qualsiasi altro, ed anche nella serata dell’11 Dicembre
a Luciana non pareva vero dover star lì ad autografare
libri, o a ricordare al suo editore Baraghini di portare copie
a quello o a quell’altro, visto che stavano finendo
(personalmente ho assistito a gente che mandava sms a Stefano
alle 8 della mattina seguente la presentazione chiedendone
altre due copie, strappandoci un sorriso).
La serata è stata
così una festa per rendere omaggio alla “Capitana”
Luciana Bellini –anche se lei ha fatto di tutto per
non essere al centro degli applausi, arrivando a sparecchiare
a tavola….-, con una quarantina di persone che si sono
ritrovate nell’agriturismo di Lio Banchi come a casa
propria, gustando una cucina difficilmente ritrovabile anche
in zone ricche di locali di qualità come quella di
Massa Marittima. Alla serata, a sorpresa, hanno anche partecipato
il giovane Enrico Rustici, uno della scuola dei cantori in
rima di Lio Banchi, e l’editore Baraghini, arrivato
nel tardo pomeriggio e ripartito alle 4 della mattina per
Roma, a testimonianza dell’affetto che la figura della
Bellini suscita.
Si è tirato avanti
fino a tardi, fra risate, lacrime, qualche imbarazzo di Luciana
nell’essere al centro dell’attenzione, e vino
buono, come se fosse Natale e si fosse tutti della stessa
famiglia. Ad un certo punto, e l’aneddoto testimonia
la forza delle sue parole, anche i bambini che erano a mangiare
di là si erano messi a leggere il suo libro, come se
si fosse tutti in Chiesa, e la lettura della domenica fosse
quella per tutti.
Non so quando ci sarà
la prossima serata del Fondo Boccardi, anche se dopo questo
riconoscimento della Regione Toscana sono certo che le serate
aumenteranno, e saranno molti anche gli scrittori che vorranno
presenziarvi, lontano da quelle false e asettiche presentazioni
in librerie o biblioteche alla presenza di quattro persone,
ma una cosa la so: alla prossima veniteci anche voi. Ne vale
la pena.
Alessandro Tozzi , 12/01/2005
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