Oscar 2005 La Rondinella Hill - Los tres maricones deprimidos
posse
L'anno volge al desio,
il vento ci spazza via, già bussa alle porte una
nuova spedizione a Las Negras per immortalare le opere del
pittore e flamenchero, nonchè fratello gitano, David
Ranz, ed allora oltre che tirar bilanci (si fa per dire..)
decidiamo di aggiudicare gli Oscar Maricon Deprimido dell'anno
a:
Sandrokan:
inarrivabile esempio di Paolino Paperino al vino rosso,
magistrale protagonista (non attore, fa sul serio..) di
saghe, film, spedizioni, disavventure, pestaggi (il proprio).
Ultimamente si distingue nel film Emicrania per
una scena di sesso girata 29 volte per 14 ore. Fondatore
dei Maricones Deprimidos, inventore di sempre nuovi geniali
e disastrosi business, legato a Patrizia come Nic con Noc,
tranne giurare ogni 30 secondi che si sta separando. Poetico,
geniale, mitico. Oscar come miglior protagonista
Patrizia:
la pirla di Labuan Immarcescibile, invincibile consorte
capa di Sandrokan, e già questo basterebbe e avanzerebbe.
Riesce di volta in volta a creare sempre più raffinate
torture psicologiche, con la massima naturalezza e candore.
Tipo svegliare d'inverno la mattina alle 5 la povera figlioletta
Fulvia (che peraltro a scuola va molto bene) per ripassare
con voce stentorea scienze, storia e quant'altro per due
ore, mettendomi alla porta alle sei e mezza, che è
meglio affrontare il buio ed il gelo che Patrizia. Incredibile.
Oscar per la migliore direzione surreale
Cristian:
geniale videomaker, montatore, musicista, artista in senso
pieno. Mistico. Riesce per primo a violare lo spazio di
clausura dell'Eremo di Lecceto tra suore età media
di 25 anni, con la scusa di assisterle informaticamente.
Cerca di tirarci su l'umore periodicamente con improbabili
travestimenti e parrucche. Ultimamente decide di darsi alla
tromba. Oscar per la miglior colonna sonora
Stefano
Fotografo molto deprimido e di questo passo presto maricon.
Ultimamente non ne imbrocca una. Riesce in 48 ore a rompere
auto, caldaia riscaldamento, flash, macchina fotografica,
e finalmente grazie ad un fulmine, computer, tv, telefono...come
gli dice qualcuno per tirarlo su, grande anche nella merda.
Oscar per la migliore sfiga
Franco,
Ivan e compagnia di giro creatrice del film "Emicrania":
già il titolo è un programma, poi alla prima
qualcuno tra il pubblico riesce pure ad allagare l'aula
cinema e la biblioteca di lettere. Pessima fine di ex incendiari,
che oltretutto si proclamano innocenti. Premio speciale
Attila
Tozzi:
il jorkiball Avvocato all'amatriciana, amico del Fondo,
riesce a
farsi pagare una parcella in tortelli per interposta persona
da Luciana Bellini. Rischia la radiazione dall'associazione
dopo aver scritto il famigerato libello La mia Lazio.
Onde peggiorare la sua posizione si arrampica sugli specchi
in una lunga arringa difensiva (neppure richiesta) di Di
Canio... Premio speciale Lo Tito
Alberto
Potassa Prunetti: parte come aspirante prete e catechista.
Incontrato il genere femminile passa agli anarco insurrezionalisticavallari
senza passar dal via. Emigra a Londra e Brest spacciandosi
per pizzaiolo, compila grandi tesi universitarie per gli
amici (a pagamento) inizia a scrivere e non la fa più
finita, che si tratti di extraterrestri, anarchici, viaggiatori
o maremmani, che poi è sempre la stessa zuppa. Tiene
testa persino a Marcello Baraghini, insegue Sara anche in
Argentina e traduce da varie lingue al maremmano aulico
per l'agenzia contrasto. Premio speciale Zelig
Maurizio:
il meccanico dell'autonova di Massa Marittima Si trova davanti
tre ceffi come noi maricon una mattina di giugno con l'auto
fusa, ed invece di telefonare al 118 li ascolta cortesemente,
tanto che alla fine crede alla nostra sceneggiata e ci presta
pure l'auto della moglie per raggiungere Las Negras, assicurandosi
una fama internazionale, e la nostra eterna ammirazione
per la sua beata incoscienza. Il bello è che gli
riportiamo pure l'auto e due bottiglie di vino andaluso,
15 giorni più tardi, e ci ringrazia pure... Oscar
fiducia e cortesia
Luciana
Bellini: scrive imperterrita nonostante pecore, ulivi,
vigne, pascoli, capoccia, figli e Marcello che la pressa
e noialtri che cogliamo qualunque occasione per scroccarle
i tortelli. Sta imbastendo una linguistica maremmana unica,
sempre con leggerezza e scherzosità. Persino le sue
lettere si trasformano in un librino che è una chicca
d'umanità e ironia. Oscar per la migliore
scrittura spontanea. |