Se...

Stamani, mentre si puliva il culo, a Giangio si è rotta la carta igienica.
Il suo primo pensiero è stato: Pubblicità ingannevole!
Si è congratulato con se stesso per la padronanza delle "cose"; cose con il significato specifico di "natura", di realtà, se non suonasse controsenso, spirituale.
Comunque, riflette anche su ciò che genericamente indica "concreto", "materiale".
"Cose" abbraccia tutto quello che è conoscenza.
E riflette ancora:
All'ottimista, così disposto a giudicare favorevolmente le cose, sarebbe scappato un "porta fortuna!".
Ma questa disposizione non sempre dà risultati migliori; le cose sono quello che sono. Inutile, se non dannoso, trarne auspici positivi.
Il pessimista si sarebbe lasciato sfuggire una parolaccia e, con lo sguardo fisso al lato peggiore dell'animo, avrebbe affrontato la giornata con umore negativo, atteggiamento interiore deleterio.

Giangio ha le dita piene di merda alla faccia del "doppio velo", della "resistenza" capace di sopportare ogni altra forza agente, della consistenza che, al di là dell'apparenza sottile e vellutata, avrebbe dovuto avere, relativamente allo spessore, una certa robustezza.
Ma, sul momento gli sovviene che ha sprecato troppo tempo per due dita smerdate, anche "se" bisogna sviscerare le cose almeno con sé.
Se... se, se... Bello il valore ipotetico dei se: introduce una proposizione condizionale.
Esce.
Per strada il cervello gli rotola idee bisiacche, ma Lolly, dietro suo suggerimento, s'è messa a fotografare cose sottosopra, dalle auto rovesciate in autostrada al bicchiere capovolto, dai manifesti appiccicati alla rovescia ai calabroni in agonia a pancia in su.
E ci ha fatto i soldi.
Pensa a cabaret ingegnosi dove ragazze a seno nudo pitturano con i capezzoli, su tele a fondo nero o giallo, il nome, in un bel rosso vermiglio, dell'assatanato acquirente. Bene, firmate pure con l'impronta di un bacio.
Azzarda anche altri "strumenti" anatomici, ma teme che la censura li lasci passare disinnescando la morbosità.
«Avrò tempo per strutturare i pensieri».
Attraversata piazza della Libertà, si trova al bivio tra via Bellini e via Doninzetti: imboccare per l'elegiaco catanese o procedere per "L'elisir d'amore"?
Una vecchia lo saluta.
Non la conosce; ma che strani questi anzianì, ti salutano quasi la gioventù sia una virtù, forse lo fanno per insegnare l'educazione.
Sforzo vano.
Però per via Bellini c'è la tabaccheria proprio all'angolo.
Gli viene in mente suo padre che fuma troppe sigarette:
«Si rovina con tutto quello svampare; ogni volta che mi impestifica i vestiti, ne compro di nuovi. Buon per lui che viene due volte al mese; buon per l'amante di mia madre che non fuma.
La mamma piscia; nel senso che piscia oltre il consueto, eppure mangia molto pane e poca frutta».
Misteri del metabolismo.
Vedi la sequenza logica? Tabaccheria, sigarette; sigarette, babbo; babbo, mamma...
Non può spendere il cervello dietro a queste cazzate.
L'assessore è una brava persona, ha consegnato un diplomino ai bimbi dell'asilo per la corsa sul prato, una medaglia a quelli delle Medìe per la corsa coi sacchi, una targa alla Geriatria per la poesia estemporanea... ma di più, il Consiglio Comunale non ha approvato la delibera di spesa e lui ha pagato di tasca propria. Ha tanto buon cuore, ha tante conoscenze, ha un frantoio, un allevamento di trecento maiali, due ville, quattro case, un palazzo e una trattoria "finta" dove si spende come al Parioli. Saluta tutti i giovani prossimi al voto.
Che persona!
«Non voglio farmi condizionare, Doninzetti è in salita, vado per Doninzetti, le difficoltà mi spronano».
La sua quiete è senza Silvia, senza parenti, senza amici... lui basta a se stesso, la sua quiete è una cella d'isolamento.

La Questura è là, la Tenenza qua... Certo non sono consone ai due musicisti, ci stava meglio altro, ma gli uomini sono piccoli.
Ancora è fermo al bivio. Ammucchia propositi che la vecchia e l'assessore hanno cercato di scardinare.
Riflette:
Ho la condizione, mi manca la conclusione da cui dipende il compìmento del fatto, però non è il caso di perdersi in ipotetici "se": vado per i Carabinieri, hanno rinnovato il parco macchine.
Parla e risponde a voci di fantasmi.
Gode dell'intima soddisfazione che gti produce un cervello produttivo. Prima dì pigiare il campanello, ancora un dubbio estremo:
Carabinìeri o Polizia?
Se...
La congiunzione non ha motivo, «l'uno o l'altro per me pari sono». Decade il valore interrogativo.
Silvia, esanime sul letto, ormai nel rigor mortis, non gli nuoce più.

Daniele Boccardi, 1977