Da "Il Tirreno", 7 settembre
2005
PARTIGIANO IN MAREMMA
Baraghini e il suo Festival
della Letteratura Resistente
di David Fiesoli
PITIGLIANO.
In Toscana c'è arrivato negli anni di piombo: clima
pesante, meglio nascondersi. Lo accolse la Maremma, e ancora
ci vive. ha fama di grande rompiballe, sempre polemico e indignato,
e invece rifiuta l'etichetta di editore-contro. Anzi, dice,
casomai sono a favore: di chi crede che la vita possa essere
ancor alibera. E lui, nella vita, ne ha fatte di cotte e di
crude.
Oggi
è un editore famoso: la sua creatura, cresciuta come
una figlia, si chiama Stampa Alternativa. Marcello Baraghini,
casa nella maremma grossetana e casa editrice a Viterbo, ha
pubblicato libri scomodi e libri di grande successo. Si è
inventato i millelire, che oggi sono libricini da un euro
e hanno venduto milioni di copie. Tra le sue ultime creazioni
c'è il Festival della Letteratura Resistente che apre
a Pitigliano venderì prossimo. In un settembre affollato
di kermesse letterarie, ecco un uomo che della letteratura
ha fatto la sua passione, il suo mestiere, il suos trumento
di lotta quotidiana, ma al festivaletteratura di Mantova non
ci andrebbe neanche morto: «È ogni giorno più
importante resistere - dice - per non farci lobotomizzare
dall'industria del consenso culturale che proprio in questi
giorni sfodera i suoi muscoli in quel di Mantova».
Perciò ha creato a Pitigliano il Festival della
Letteratura Resistente. Ma a che cosa?
«Ad Anna Falchi e a Ricucci, a Totti e a Ilary Blasi».
Ma scusi, allora perché dice che il festival
di Mantova lobotomizza la cultura? Non è meglio che
stare davanti alla tv?
«A Mantova manca solo Anna Falchi perché non
ha ancora pubblicato libri. Però c'è Piperno,
che la equivale, e Bergonzoni che s'inventa il funerale del
suo libro. Mi dica se non è come stare alla tv...».
Quali scrittori contemporanei preferisce?
«Vado alla libreria della Stazione Termini e ci passo
ore, leggo gli incipit dei romanzi, nessuno mi attrae. Amo
Pontiggia, ma nelle librerie non si trova già più,
in edizione economica».
Allora quali scrittori destesta?
«Faletti, Baricco, Aldo Nove, Piperno. Sarebbe letteratura?
È nulla e supernulla».
Cos'è per lei letteratura?
«La mia compagna. Negli anni sessanta, ribelle a Roma
e già fuori casa, ho vissuto nella strada con i libri
dei Kerouac e Ginsberg. Ho provato tutto il possibile, davvero.
La controcultura era il mio pane».
Come si è ritrovato a fare l'editore?
«Noi fricchettoni, già dentro le università
venivamo criminalizzati, perché eravamo insofferenti
al seguito del Sessantotto e alle spinte autoritarie che emergevano
all'interno del movimento, a quella cultura elefantina, illeggibile,
inquadrata. Ricordo che non vollero far suonare Jimi Hendrix
nell'aula magna dell'Università: era un drogato, niente
concerto. Altro che rivoluzionari. Nel 1970 decidemmo di chiamarci
Stampa Alternativa, facevamo ciclostilati su sessualità,
alimentazione, ambiente, contro il dominio dell'ideologia
e la cattiva informazione. Poi cominciammo con i libri sulla
coltivazione della marijuana, sull'obiezione di coscienza,
e così fui perseguitato fino al mandato di carcerazione:
distribuivo l'opuscolo sull'oniezione di coscienza davanti
ai distretti militari. Negli anni di piombo, quando l'atmosfera
di fece pesante e si scatenò una caccia alle streghe,
mi resi latitante e fui accolto in Toscana. Dopo aver girato
tutta Italia arrivai in Maremma e ancora ci vivo. Poi arrivò
l'amnistia: ormai libero e solo, nel 1979, ripresi Stampa
Alternativa dall'oblio in cui era caduta e mi dedicai alla
letteratura. Prezzo popolare, e qualità».
È una strategia che paga?
«Mangio pane e mortadella ma perseguo accanitamente
la linea anti-marketing. Il libro non è una merce come
tutte le altre, va rispettata perché nutre l'intelligenza.
Con un'intossicazione alimentare ti fai due giorni di digiuno
e sei guarito, con l'avvelenamento mentale a base di veline
e calciatori la malattia diventa cronica. Ho fatto i libri
millelire: alcuni sono arrivati a due milioni di copie e oltre,
come la Lettera sulla felicità di Epicuro».
Non si è stufato di essere sempre contro tutto
e tutti?
«Ma io non sono contro, Sono a favore di chi crede ancora
che la vita possa essere libera. Con sessanta novità
editoriali all'anno, di qualità, non importa che conclami,
lo faccio perché sono indignato, ma basterebbe il mio
lavoro, a parlare».
La Maremma letteraria: lei ha rilanciato Luciano Bianciardi
e scoperto Daniele Boccardi...
«Bianciardi, insieme a Formiggine, è il mio guru:
ma ora intorno a lui c'è solo putrefazione, non merita
né la fondazione a suo nome né la casa editrice
a pagamento che ha messo su sua figlia. Il Festival di Pitigliano
serve anche a riscattarlo dalla sua doppia morte, quella fisica
e quella morale. Boccardi l'ho scoperto da una cartellina
di racconti mandatami dal padre. Oggi la famiglia mi ha imposto
di non pubblicarlo più. E anche lui, come Bianciardi,
muore per la seconda volta. Mi piacerebbe proprio capire che
accidenti succede tra gli eredi dei grandi scrittori».
Il
programma
DA BIANCIARDI ALL'ARGENTINA
Pitigliano. Libero, gratuito,
provocatorio, riflessivo, festoso, senza sponsor, il terzo
Festival Internazionale della Letterautra Resistente, inventato
e organizzato da Stampa Alternativa, si svolgerà a
Pitigliano da venerdì a domenica. La terza edizione
si intitola Il paese reale, per ricordare l'iniziativa
editoriale maremmana che negli anni '70, fino alla scomparsa
del suo animatore Lino Pasquale Bonelli, scosse il clima di
una provincia estrema come quella grossetana. Quell'esperienza
sarà rievocata, domenica pomeriggio, dai suoi protagonisti.
A inaugurare il Festival, venerdì pomeriggio, sarà
Rashida Bouinbi, giovane marocchina che vive con la sua famiglia
nella campagna lodigiana dipingendone i paesaggi con i caldi
colori della sua terra d'origine. Persecuzione e migranza
sabato pomeriggio: uan donna argentina sopravvissuta alle
torture dei colonnelli golpisti, con quattro sue coetanee
e compagne. Liliana Gardella è coautrice del libro
di Stampa Alternativa Le reaparecide - Sequestrate, torturate,
sopravvissute al terrorismo di Stato in Argentina. A
chiusura, domenica sera, dopo gli interventi pomeridiani di
Antonello Ricci e Corrado Barontini, il reading Bianciardi
com'era, dal libro di Mario Terrosi. In programma anche
la presentazione del libro di Giuse Alemanno Terra nera,
sabato alle 11, poi Giovanni Feo su Stonehenge a Pitigliano,
domenica mattina.
|