Inciucio, di Marco Travaglio

Luogo, Quartiere Latino, Follonica
Giorno, 21 dicembre 2005
Evento, presentazione libro Inciucio di Marco Travaglio, ed. Rizzoli, presente l'autore
Pubblico, 90 persone, molte in piedi, il doppio della capienza del locale, per tre ore, dalle 22 all'1

Basterebbero queste note per far capire il successo della serata; nessuno che se ne andava nonostante l'ora tarda ed il giorno feriale, eccezion fatta per un paio di ds che non hanno retto allo snocciolamento dei fatti. Perchè Travaglio è un giornalista libero anche se scrive sull'Unità, e non fa sconti a nessuno, non a caso la sua tesi è che ci minaccia più di Berlusconi il berlusconismo, ovvero un centro sinistra che non riesce a porsi su un crinale veramente alternativo alla politica sciagurata del cavaliere, che lascia il monopolio delle tv pubbliche al governo e non alla società civile, che non risolve i conflitti d'interesse, che approva la TAV in Val di Susa perchè gli appalti dei lavori vanno per buona parte alle coop di Ravenna legate all'Unipol. Non si vede neppure uno Zapatero all'orizzonte; i partiti occupano tutto l'occupabile e la nomenclatura non si dimette mai, costi quel che costi, al paese. Il libro è un mattone di centinaia di pagine inoppugnabili, che smontano pezzo a pezzo i misfatti di un regime, senza per questo tediare il lettore; l'aspetto tragicomico prevale (la situazione è grave ma non è seria) e ci sono pezzi di assoluta comicità, tra balletti di Vespa, porta a porta sul viagra per non parlare delle condanne del cavaliere o di Andreotti, tra tg con immagini truccate che mostrano false folle plaudenti all'ONU per il discorso di Silvio, Berlusca che delira tutti i giorni di inesistenti comunisti, e afferma che Fassino è corresponsabile dei crimini di Pol Pot, o dialoghi surreali tra l'ex odontoiatra di Zagarolo Ricucci, e il capo dei finanzieri Gnutti (l'uomo che si vanta di non aver mai letto un libro nè di averne uno in casa, tranne poi avere in un hangar una collezione di Ferrari come il principe del Brunei) a proposito della scalata della politica alle banche. Travaglio ha concluso con un amaro paragone; un tempo la destra si occupava delle banche e la sinistra della cultura, adesso tutti si occupano delle banche e della scalata al Corriere della Sera. Sono passati 30 anni da quando Pasolini veniva ospitato sulla sua prima pagina, ma pare un secolo.
Un libro che come i precedenti si legge di un fiato.. è amaro il risveglio, non siamo in una repubblica delle banane, ma in Italia....
Purtroppo Travaglio è l'eccezione, il servilismo e l'opportunismo sono la regola, anche l'informazione è sempre più asfittica...
Amaggior merito dell'autore, della sua preparazione, del suo coraggio.
Grazie.

Stefano Pacini inviato dell' associazione il Fondo